sabato 19 marzo 2016

Il "serio" divertimento di "Ave, Cesare!"


Dopo la bruma grigia ed esistenziale del bellissimo "A proposito di Davis", i fratelli Coen tornano al colore, all'omaggio e al diletto del cinema con un'opera frizzante e solo apparentemente d'evasione come "Ave, Cesare". 
Un film che, dopo il divertimento gioiosamente sopra le righe e il puro piacere estetico e musicale, chiede allo spettatore di interrogarsi non tanto sui massimi sistemi religiosi o politici chiamati in causa dalla narrazione, quanto sul modo in cui gli stessi continuano oggi a influenzare la più grande industria dell'intrattenimento globalizzato. 
Il mondo, proprio come il cinema evocato dal film, è tutta una questione di compromessi (irrisolti ovviamente) fra fede, ideologie, sesso e comparse pagate un tanto al chilo.
Niente è cambiato da allora, abbiamo solo più anticorpi (cinematografici?) per comprenderlo.
Ave, Coen....






  
 

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