domenica 26 gennaio 2020

Giorno della Memoria. Anche l'amnesia è reato.



Giorno della memoria e di ogni memoria. Della Shoah e di tutti gli eccidi sistematici. Di quelli consumati sotto croci uncinate, falcetti e martelli, coi ceppi ai piedi e dentro i roghi di massa. Pelli bianche, rosse, gialle e nere. Volti sioux e occhi a mandorla, le mani di un violinista e quelle giunte dei monaci, donne aborigene e madri nomadi. Il disabile e il nativo, l’ebreo, il palestinese e il cristiano, il meridionale e l’irlandese, l’”invertito” e l’apolide. Ci sono tutti, ci siamo tutti. E chissà quanti altri potrebbero starci.
Il libro più nero dell’uomo ha pagine di carne scuoiata ed è scritto con una penna indiana che intinge inchiostro da un calamaio stillante sangue. La stilografica dell’odio guidata da mani eccitate, smaniose, abiette e protette. Sì perché l’odio è come l’enzima del latte: si succhia una volta, ti resta dentro una vita.
Il giorno della memoria che diventa quello di tutte le memorie. Per vincere il male del secolo, l’incapacità di ricordare. Niente cerimonie in silenzio ma solo l’esercizio di una facoltà intellettiva. Perché la dimenticanza è gemella dell’odio e l’odio a sua volta è dimentico: non sa neppure perché odia quando odia. Ed è ignorante quanto pesa.
Ecco allora che tornano le svastiche sulle lapidi, i saluti romani di chi non ha vissuto marce, l’Auschwitzland dei dementi in camicette nere e i campi per provetti omofobi. Tutto intorno muoiono i nonni e con loro i racconti, il ricordo di chi ricorda mentre la Storia per i più diventa trama di un film noioso e scolastico. Troppo ripetitivo per entusiasmare, troppo distante per non sbiadire. Il Dio-Like ci ricorda però di condividere perché così evitiamo di leggere. Intanto altrove si muore in mare, si muore di silenzio e giustizialismo, si detesta ai semafori, si invidia pure il povero. Negre-Segre- Ebreo-Cinese. Negro-Emigro-Froci-Croci… "Nuovi balilla ballano belli sopra le balle dei nuovi bulli"... Una filastrocca li educherà ma non li salverà dal groviglio ipocrita patria-famiglia-Dio (ma c'è?). "Barbare Barbie, Ominicchi ai citofoni, Subito un tweet, Presto i microfoni!". Una filastrocca a chi li voterà.
Poveri morti uccisi due volte, da un sistema codardo e l’amnesia blasfema.
Giorno della memoria e di ogni memoria. Perché chi ancora ricorda può ricordare anche di “essere stato”. Nessuno invece rammenterà più quelli che han preferito dimenticare. Vetrofanie umane, caricature gossip di coscienze civili. Sono polvere che non sarà mai cenere. Perchè la cenere è di chi ha bruciato vivendo. La polvere invece è di chi è rimasto fermo morendo.

Andrea Lupo (tutti i diritti riservati)