mercoledì 26 febbraio 2020

La peggiore mutazione del CORONAVIRUS



Un disegno che vuol essere, nonostante la serietà della situazione, soprattutto un appello...

#restiamonormali 





Disegno di Andrea Lupo. Tutti i diritti riservati.

lunedì 3 febbraio 2020

Sant'Agata, più bambina e meno simulacro




In cerca di un motivo per celebrare nuovamente la festa di Sant’Agata lo trovo stavolta rinchiuso in un ricordo personale. Quello di un volto di statua in cui, da piccolo, non riuscivo a scorgere il viso di una bambina e che mi incuteva soggezione e perfino turbamento.
Vi vedevo una donna o piuttosto una signora. Ieratica, impassibile e ingioiellata. La "plastificazione" di una santa che nascondeva il mito della bambina. Di quella figlia orgogliosa che, stando alle cronache, difese la sua fede fino a morirne. Oggi, cresciuto, quella statua non mi turba più. Mi ritrovo invece dinanzi a una festa che inebria gli animi, elevandoli fino a un trasporto emotivo quasi pagano, coi devoti che piangono sangue e lacrime che sgorgano dai loro guanti. Non sono nessuno per giudicare tutto questo ma gli occhi per osservare li abbiamo tutti.
Amare così visceralmente la propria santa, figura simbioticamente unita alla terra, al sale, alla lava e al mare non possiamo dire se sia veramente divino. Però di certo è potentemente umano. Ed è quel lato umano che vale più di ogni giudizio. Perché se Agata è sempre quella bambina orgogliosa, testardamente legata alle sue idee e così ostinata da difenderle fino alla morte, allora si può capire perché i catanesi le vogliono ancora così bene. Mi piacerebbe che "cittadini, devoti e tutti" potessero scorgervi l’esempio universale di chi non si assoggetta al potente, di quelle donne (e di altrettanti uomini) che si riscattano semplicemente quando vivono pienamente se stessi. Che potessero trovare in Agata l'esempio di una bellezza e di una spontaneità orgogliosa. Del vivere di chi respira invece della mortificazione di chi annaspa. Per questo ho deciso di raffigurarla come statua sorridente, coi capelli dorati e smossi dalla brezza. Sospesa tra una luce (divina?) e il fuoco votivo degli uomini, è un idolo sorridente che libera dal timor della santa e non nasconde più la bambina. Una Agata finalmente fiera, vitale e gioiosa. Perchè il divino non può albergare nell'intransigenza dei simulacri ingessati ma dovrebbe celebrarsi nello schietto incanto delle anime vibranti.

(Disegno di Andrea Lupo