venerdì 1 novembre 2019

Bu'!....


ZUCCHE ROTTE, MELONI MARCI E LA (STANCA) METAFORA DELLA MAZZA

Per Halloween quest’anno non ci siamo fatti mancare proprio niente, né i dolcetti per le strade, né i buffoni in trasmissione né gli “scherzetti” cattivi in Parlamento.
C’è di tutto e c’è di più. La misura è così colma che non si sa se ghignare al digrignare altrui o piangerci sopra in meditabondo silenzio. Ma forse il suono è così tragicamente simile da confondere singhiozzi e sghignazzi.
Democrazia-tappezzeria tirata giù all’occorrenza e rincollata a convenienza, con l’unica carta che dovrebbe contare (la Costituzione) mai realmente digerita dal sistema, dai politic(ant)i e dal popolo. Già il popolo. Ecce popolo.
C’è un popolo delle libertà (proprie) che decide la sorte di quelle altrui. C’è poi un popolo orgogliosamente ignorante che ignora (nomen omen, è il suo lavoro) tutto ciò che vive oltre il suo ombelico. C’è pure un popolo di riformatori superbamente piazzato di fronte allo specchio-specchio delle sue brame (o sono trame?).
Si sbraita, ci si divincola, si balla e ci si dimentica. Tutti interpreti ideali di una coscienza che alberga nella pancia (o un po’ più giù). Tutti portavoce di un pensiero (di popolo) che nasce ancor prima di essere pensato (dal popolo) e che dopo essere così (ri)nato illude il popolo che pensa di averlo pensato prima lui. Mal di testa, lo so.
Il pensare, il pensato e il pensiero nella stessa imbarcazione, dentro la quale non si muore fisicamente ma al più ci muore solo il giudizio. Sopravvive il pregiudizio ovviamente ma lui era già imbarcato su una nave da crociera.
Per Halloween non ci siamo fatti mancare proprio niente. Abbiamo avuto i dolcetti per le strade, i buffoni in trasmissione che mazziavano le zucche (perché siamo italiani e la mazza piace a tutti, tricolore e monocolore) e gli scherzetti cattivi in Parlamento, quelli che vorrebbero essere politicamente polemici ma sono solo oziosamente e pericolosamente “ostativi” (va di moda il lemma) per la memoria di una nazione. La diversità di pensiero in democrazia non è più il problema però. Non più. Lo è invece la modalità, il modo diventato esso stesso pensiero, svincolato dal pensare e dal pensato, più importante del contenuto (come il ghigno di una zucca più importante della polpa). Manco più veicolo o macchina aziendale da tassare. Soltanto modo: gesto, urla, braccia incrociate di fronte alla memoria della morte e rosario bene in vista per la folla o i Tg. Democrazia-tappezzeria di un paese sempre più insulso, esclusivista e vanitoso (ci sarò dentro pure anch’io con questo post). Così impegnato a girare la testa a 360 ° come un demone sumero (una volta erano solo destra e sinistra) da aver perso la bussola del buon senso. O del buono. O semplicemente del senso.
Ci affidiamo ai crocifissi, ai santi, ai morti e agli spiriti -non però ai loro feticci giocosi una notte l’anno- riponendo in loro speranza, sapienza e “raccomandanza” (non esiste lo so ma se accettate “petaloso…”). Sì i morti sono i più saggi, non fosse altro perché il loro silenzio di fronte a tanto spettacolo ne è la più evidente delle manifestazioni. Peccato che non si impari nulla, ma proprio nulla da loro. Né dai morti parenti stretti né da quelli lontani nella storia. Scherzetto tragico anzichenò.
Buona festa di Ognissanti dunque e dei Morti ovviamente, sempre che l’orrido Halloween non le abbia sfacciatamente eclissate dai nuclei familiari. Se così fosse armatevi di mazza per nuove, significative “epurazioni”, ben più importanti evidentemente di quelle dei vostri nonni e dei nonni dei loro nonni. Che siano tricolore ovviamente. Perché la mazza, si sa, è una cosa seria.

Testo e disegno di Andrea Lupo 

sabato 24 agosto 2019

Amazzonia, l'ultimo appello

L'uomo di oggi e quello di domani si incontrano miracolosamente per mezzo di un cortocircuito temporale. Il primo può rivolgere all'altro una sola domanda. Il secondo può fornirgli soltanto sola risposta. L'uomo di oggi trepidante e incuriosito gli chiede come sarà il futuro. L'uomo di domani risponde "Era del tuo presente che avresti dovuto chiedermi" e svaniscono entrambi in una nuvola di cenere...
Non c'è bisogno di un racconto inventato o di una vignetta per capire che siamo già dentro quella cenere...#prayforamazonia


Testo e disegno di Andrea Lupo 

giovedì 18 aprile 2019

Notre DON de Paris


Premessa fondamentale per evitare fraintendimenti "da vignetta". Come tutti anch'io sono felice che a Notre Dame non ci siano state vittime (sebbene di un vigile ferito si sappia ancora poco), che strutturalmente la cattedrale sia salva e che il simbolo turistico della cristianità europea/mondiale risorgerà dalle sue (non troppe) ceneri. Detto ciò fa riflettere l'ingente quantità di denaro già messa disinvoltamente in campo da istituzioni politiche francesi ed europee, le gare di donazioni fra griffe miliardarie, la sensibilità dei colossi produttivi che impegnano patrimoni equivalenti al pil di piccole isole.Tutti così solerti a legare il proprio nome alla causa di una ricostruzione "speed" in 5 anni (la grandeur e la vitesse) della Signora. Fa riflettere l'impegno di miliardari (di quella ventina o poco più che detengono le risorse di mezzo globo terracqueo) che lanciano i propri gruzzoli come manciate di noccioline. E' bello che sia così? Non lo so. E magari non lo sapete neppure voi. La riflessione è intorno a quel "troppo" denaro concentrato nelle mani di pochi, intorno all'imbarazzo di chi, incamerandolo come niente fosse, non sappia neppure come utilizzarlo (o magari lo sa bene come in questa circostanza). L'importante è tramandarlo, statico e incorporeo come sempre. O usarlo per quel bene oggettivo in cui potersi rispecchiare soggettivamente. E' un problema sul denaro, sulla sua proliferazione disomogena e il suo rapporto etico (o se preferite "cristiano") col tempo in cui viviamo. Nella controluce di quei gesti miliardari e quasi incuranti infatti c'è tutta la nostra essenza umana che gira intorno alla "roba". Rifletterci su (me compreso s'intende, non sono un predicatore), porsi delle domande, mettere un po' in crisi il nostro vivere è quantomai necessario nell'epoca ideologicamente più "liquida" di sempre. E' più importante questo piuttosto che il recupero veloce di un monumento che garantisca futuri selfie alle generazioni a venire. Non fosse altro perchè quel simbolo ci sta già sopravvivendo tutti...


 Disegno di Andrea Lupo. Tutti i diritti riservati

venerdì 15 marzo 2019

Great asd GRETA


Il mio omaggio illustrato per Greta Thunberg, piccola attivista di una grandissima causa, nel giorno del Global Strike for Future.


 

Disegno di Andrea Lupo.    Tutti i diritti riservati

giovedì 7 marzo 2019


Omaggio illustrato per la Festa della donna 2019

         Disegno di Andrea Lupo.                                                                         Tutti i diritti riservati.

lunedì 4 marzo 2019

Addio a Bruno Ganz


Il mio omaggio dedicato al grande Bruno Ganz, indimenticabile angelo de "Il cielo sopra Berlino"



Disegno di Andrea Lupo. Tutti i diritti riservati. 

domenica 3 febbraio 2019

Sant'Agata 2019: la terra, il fuoco, la pietas...


Il mio tributo per Sant'Agata 2019 è un'immagine legata sì all'attualità ma che non vuol essere strumentale, politica o polemica. Mi stava a cuore soltanto l'idea di rappresentare la purezza di un sentimento, di quella "pietas" libera, originaria e istintiva che lassù forse si chiama santità ma quaggiù non si sa più bene come chiamare, interpretare e usare. Immaginiamo allora che queste sacre icone celebrate dalle folle la indossino per noi. Istintivamente proprio com'è nata. Forse potremmo percepire tutti una insolita tenerezza e magari sentirci accarezzati dal mistico velo di Agata. Una reliquia che senza pietas reale rischia di diventare solo stoffa vecchia di secoli...



Disegno originale di Andrea Lupo.
Tutti i diritti riservati.